Sguazzare nel Martini
Ampio spazio è stato dato sui media nazionali allo spogliarello di Dita Von Teese a Senigallia credo sabato scorso. La performance includeva (vedi foto) il famoso "bagno nella coppa di Martini". Premessa: non è Martini quello che vedete. E' un liquido verdastro e con la schiuma. Non il cocktail cristallino che mi aspetto di veder servito in una tale coppa. Manca pure l'oliva, ma capisco che trovare un'oliva di una decina di chili che non sfiguri in un bicchiere di queste dimensioni sia un'impresa difficile (ma si sarebbe potuta surrogare con un bel cocomero). Poi, nella foto il tutto sembra una figata, ma le leggi della fisica non sanno distinguere se l'essere vivente che sguazza nella coppa sia la diafana topona in questione (Marilyn Manson è un coglione più grosso dell'oliva di cui sopra) o un porcello. Quindi schizzi, spruzzi, ondate, una pozzanghera sotto il bicchiere, lo spettacolo non risulta così elegante come vorrebbe essere. Se la coppa contenesse un liquido dal peso specifico più elevato, che ne so, mercurio, o una pasta e fagioli bella densa, la procace Dita potrebbe presentare uno show privo di quegli imprevisti che di solito succedono quando si lava il cane (dovrebbe pensarci). Questo lungo discorso è preludio alla copertura dell'evento data dal Tg5 di domenica scorsa. Parte il servizio, e prima che il commentatore attacchi col suo discorsetto di circostanza, si sente l'audio della platea durante il numero del Martini. Sopra i rumorosi ululati testosteronici della maggior parte dei presenti emerge CHIARISSIMA una frase di un sagace marchigiano che come me è stato colpito dall'inondazione che manderebbe in panico qualunque madre di famiglia: "Ahò, la vòi la paperella?". Questo genio della battuta da avanspettacolo se mai leggesse queste righe si faccia vivo, voglio complimentarmi...
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