Vedo e non vedo
Grande serata. Si comincia con un po' di filmati in pellicola presentati da Tony Conrad in persona che si scusa per quanto siano sperimentali. Tutta roba fatta a fine anni 60, che somiglia molto ai visual dei primi Pan Sonic. Se avete l'epilessia non guardate. Difficile fissare per più di qualche secondo un video come Straight And Narrow, ma se riuscite a superare i primi secondi di straniamento, la persistenza sulla retina delle immagini (nient'altro che righe parallele orizzontali e verticali alternate velocemente) farà il resto, il video pulsa, occupa tutto il campo visivo e dopo cinque minuti vedete pure il papa che fa un bocchino a tutto il conclave. Senza droga. Poi il concerto. Un'ora di improvvisazioni al violino col distorsore. Uno come Lee Ranaldo questa roba se l'è studiata a memoria. Bello all'inizio anche per la trovata scenica di suonare dietro un lenzuolo che, illuminato da dietro da una semplice lampadina, proietta l'ombra ingigantita di Conrad che si agita in preda alla vis improvvisatoria come neanche Jerzy Dudek. Un'ora di questa roba però è veramente estenuante, come le facce basite dei più stoici seguaci dei drones (quelli presentatisi col saio) mi hanno confermato. Pausa (durante la quale volevo quasi mollare il colpo e papparmi una quattroformaggi alla pizzeria Coccinella di piazza Minniti) e secondo set con gli Å. Tre batterie effettate in vari modi ad accompagnare l'inarrestabile Conrad, che, tra una balla e l'altra, ha suonato ininterrottamente per quasi due ore. Ma gli Å sono la vera sorpresa, sembrano i Faust, hanno un grande gusto per la psichedelia rituale e fricchettona. Birra a 2 euri, fresca e di marca, prezzo più basso dell'anno, nemmeno ai baracchini costa così.
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