Molto bravi questi
I concerti alla Casa 139 cominciano all'ora giusta. Fujiya & Miyagi sono in tre, il loro concetto di eleganza consiste nell'indossare la giacca della tuta sopra la maglietta. Non c'è traccia di ciuffi o frangette. Sono esteticamente anonimi come i gruppi inglesi sono stati per decenni prima che diventassero tutti froci. Il ritorno dell'understatement. Hanno la batteria elettronica e di conseguenza delle ritmiche molto ripetitive: sempre meglio che avere un batterista uomo ma cane. Le influenze musicali del trio sono trasversali, difficilmente individuabili: Wire, Yo La Tengo, Happy Mondays, Prefab Sprout, il funk stradaiolo alla Streets. Lo show è perfetto (non hanno vent'anni e si sente da come suonano), sono divertiti e timidi, quasi impacciati, non si aspettano tutto l'entusiasmo che il pubblico (numeroso) riversa su di loro. Se al secondo bis devono rifare "Ankle Injuries" con la quale avevano aperto il concerto significa che il gradimento è andato al di là delle più rosee previsioni della band. Non mi pento affatto di aver visto questo concerto trascurando John Zorn e le dozzine di altre "figate" che sono capitate tutte insieme ieri sera. Fujiya & Miyagi sono diretti, melodici ma tesi, possono piacere a tutti ma non sono mai banali, non mi stupirei se fra un paio d'anni diventassero famosi per davvero. Quando dico così di solito i gruppi si sciolgono nel giro di quindici giorni.
4 commenti:
ho tentato più volte il suicidio durante il concerto. ma ero troppo annoiato persino per riuscirci.
nessuno ha chiesto il parere di mtv. tornatene ai justice del 2008.
che polemica! brrr
i justice del 2008 sono i twins del 2007?
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