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Ne ho ascoltati di dischi in vita mia, e sono pure appassionato di minimalismo, ma come questo, mai. Musica, o meglio, suoni, per i quali l'aggettivo "minimalista" ha finalmente un senso. Più e meno, dall'acutissimo al bassissimo fino a sfondare la barriera dell'inudibile. Qualche dj impazzito potrebbe passarlo a un rave illegale alle sette del mattino quando non ha più voglia di mettere hard trance, giusto per far stramazzare i last men standing (occhio: +/- non è un disco da ballare - precisazione necessaria per i modaioli dalla dubbia sessualità e per le troiette electroclash - se siete così non scaricatelo). La musica di Ryoji Ikeda (池田亮司) non è "violenta" in senso classico, ma utilizza frequenze strane che stimolano particolari zone del timpano, difficilmente sollecitate in situazioni "normali". E' un esperimento di acustica più che un disco, ascoltato in cuffia procura sensazioni davvero mai provate prima. I Pan Sonic, per chi li conosce, al confronto sono da classifica della domenica pomeriggio. L'autore di questa roba (che per inciso a me piace parecchio), austero, serissimo, poteva forse provenire da un posto che non fosse il Giappone? Ikeda, come da copione, non fa concerti, ma installazioni. Una che vidi tempo fa, in pieno inverno e nel più classico degli spazi industriali dismessi, prevedeva che ci si dovesse togliere le scarpe per farsi attanagliare dal gelo del cemento mentre gli speaker ti frustavano con questa musica. Sul muro, dipinto di bianco, il puntino rosso di un laser. Nient'altro. Lo zero assoluto.
RYOJI IKEDA
+/-
TOUCH TO:30 (1996)
320 kbps
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