Edifici visibili dallo spazio
Indicato dalla freccia potete vedere l'ingresso del Garage di Sesto S.Giovanni fotografato dal versante orientale. Notare anche l'edicola che lo occulta a chi arriva dall'altro lato. Potrebbe benissimo fregiarsi del titolo di "Milan's best kept secret" perchè o sai dov'è o non lo troverai nemmeno se piangi. Per vedere l'ottimo concerto degli Enon si sono presentati in una trentina, probabilmente tutti inquilini del condominio che sovrasta il locale, gli unici che possono conoscerne esattamente l'ubicazione. Ingresso gratuito. Come tutti sanno, il modo migliore per riempire un locale è annunciare un ingresso a pagamento e non dire a nessuno che invece l'ingresso è gratuito. Cazzi degli organizzatori e meglio per il pubblico (apatico purtroppo, ma siamo a Milano, non a Salvador De Bahia), perchè se nel Garage ci sono più di trenta persone il concerto non si vede. Il palco è alto quattro centimetri e mezzo. Bando alle critiche, perchè il Garage è senza dubbio il posto più rock'n'roll della città. C'è il calcio balilla e al cesso si tira la catena come si faceva una volta.
Probabilmente ispirati dal mood scrauso della location, gli Enon non hanno fatto quello che mi aspettavo. Niente tastiere, solo chitarre, college rock 1986/88, ma sono io ignorante che non ho sentito il loro ultimo album dove hanno abbandonato quasi del tutto lo zucchero filato pop e vanno giù diretti di distorsione come se la SST non fosse mai morta. Revival, ma competente. La bassista giapponese ogni tanto tira la zappata o va fuori tempo, deve guardare il basso per capire dove mettere le mani (è così indie!), ma sappiamo tutti che è lì perchè femmina e giapponese, non perchè bassista. Schmersal invece spinge sui pedali che nemmeno Fausto Coppi sul Pordoi. Che bello sentire dei rocker che sanno ancora come si scrivono le canzoni (no, non ne sbagliano nemmeno una, e picchiano). Peccato che saper scrivere le canzoni (e picchiare) sia la cosa più fuori moda che esista.
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