venerdì 18 gennaio 2008

Scritte & cartelli / 15

Jet privato? No. Rubinetti d'oro massiccio? No. Collare del cane tempestato di brillanti? Noo. La categoria merceologica identificata dal negozio milanese "Libero" come "di lusso" consiste in capi di abbigliamento confezionati col culo dai bambini zoppi del Bangladesh e commercializzati a prezzi che sarebbero comprensibili se a cucirli fossero stati dei neurochirurghi svizzeri ("bisturi!" - "filo da sutura!"). L'unica cosa che li distingue da quelli in vendita sulle bancarelle del mercato è il fatto che siano "firmati". E l'unica caratteristica che distingue un capo di abbigliamento "firmato" da uno "non firmato" è il prezzo. Discorsi sulla "qualità", o peggio sulla "esclusività" (di un prodotto fabbricato in grande serie, figuratevi) non reggono ormai nemmeno per i fanatici della firma. L'unico "fascino" del marchio mi sembra palesemente questo: è brutto, è caro, ma io sono schifosamente ricco e voglio farlo vedere a tutti. La "liberalizzazione" che nello slogan riportato sul sacchetto dovrebbe significare "te lo puoi permettere anche se sei un morto di fame" va contro questa logica. E i posti dove si ritrovano i fanatici della firma, che non hanno alcun ritegno a dichiarare "con le scarpe da tennis (pardon, sneakers) non ti faccio entrare, ma se sono quelle che costano almeno duecento euro sì" sono in grave pericolo. Vado da "Liberalizziamo il lusso", le pago 199,90 e mi infiltro. State attenti e richiedete l'esibizione dello scontrino comprovante l'acquisto a prezzo pieno.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Evidentemente non hai mai comprato nulla di veramente lussuoso se pensi che libero possa vendere capi di lusso informati prima di postare cazzate..
libero è una catena e vende abiti e accessori appena superiore alla media ........bye bye

fuco ha detto...

evidentemente hai imparato l'italiano da due giorni, visto che non capisci quello che scrivo. hai mancato proprio il punto del mio post. ti sembra che un negozio che scrive sul sacchetto "liberalizziamo il lusso" possa essere davvero di lusso? ironia zero eh? comunque ti faccio tanti auguri per il tuo esame di storia della boutique, mi sembri abbastanza preparato.

Barbara ha detto...

per me quello era il titolare.....