giovedì 28 febbraio 2008

Festival della canzone italiana



Ieri ho scoperto che gli inetti Japanther hanno suonato presso il prestigioso Whitney Museum di New York. O sono io che non capisco o c'è qualcosa che non quadra. Sono sperimentali? Usano degli strumenti convenzionali in maniera non convenzionale? Perseguono uno stile particolare o poco noto? Hanno doti tecniche che li distinguano? La risposta alle quattro domande è sempre "no". E dire che scorrendo gli eventi musicali che si sono svolti al Whitney scopri che sono passati musicisti di tutto rispetto, o almeno un po' più ricercati: i Matmos, Hamid Drake, Foetus con l'orchestra. Poi capisci che la musica non c'entra nulla. Si trovano un sacco di foto dei Japanther più o meno "artistiche", in azione sono fotogenici (iconografia che incarna alla perfezione il rock'n'roll - le foto comunque non se le fanno da soli), fanno concerti in posti strani (in piscina???), a volte hanno dei costumi. Diciamo che puntano sull'estetica per non far notare che come musicisti fanno schifo al cazzo. Peccato che queste cose le facciano solo a casa loro, in tour non si portano gli orpelli e quindi sono semplicemente dei musicisti che fanno schifo al cazzo.

Stasera invece c'è questo evento interessante in una galleria d'arte, musicisti italiani che di orpelli non ne hanno e cercano di elevare il suono ad "arte", o almeno ci provano. Alle quattro domande di cui sopra ho almeno un paio di "sì" per ciascuno di loro.

Primo video: Andrea Belfi, percussioni e synth. Sembra indirizzato verso la psichedelia. Secondo video: Claudio Rocchetti, elettroacustica, ovvero microfonare degli oggetti e tirar fuori un po' di rumore cercando di organizzarlo in qualcosa di senso compiuto. Ho un suo disco e mi sembra abile. Roba che dal vivo dovrebbe acquistare maggiore peso. Manca il video ma c'è myspace: Stefano Pilia, chitarra solista probabilmente preparata ed effettata, ambient noise o simili. In più dovrebbe esserci della videoarte in tempo reale, forse c'è anche una mostra. Magari non è un gran che ma l'alternativa è Pippo Baudo. L'altro ieri facendo zapping mi sono impietrito sul Festival quando il Pippo ha presentato come cantante un caporale dell'esercito che ha scritto una canzone mentre era ferito in ospedale a Kabul - siamo all'elemosina. L'anno prossimo mi presento anch'io: so suonare il jingle del Mulino Bianco col pettine e ho un dente cariato.

ANDREA BELFI + STEFANO PILIA + CLAUDIO ROCCHETTI
O' ARTOTECA (MI)
28 FEBBRAIO 2008
h. 20:30
ing. libero

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