lunedì 18 febbraio 2008

Le regine delle nevi


Prendiamo una bilancia. Su un piatto mettiamo un metallaro ciccione. Sull'altro le Nisennenmondai. Per pareggiare i due piatti non basta il peso delle tre rachitiche figlie del Sol Levante, aggiungete come zavorra un fusto di birra. Ecco che lentamente la bilancia raggiungerà la posizione di equilibrio, ma cosa succede? Il metallaro ciccione in men che non si dica acchiappa il fusto, lo stappa e se lo scola, ricreando il disequilibrio iniziale. Già le giapponesi cominciano a pigolare come una nidiata di passerotti che si accapigliano per il vermiciattolo che la madre porge loro amorevolmente. Bisogna aggiungere un altro fusto di birra. Ma il metallaro, che è senza fondo e ha sempre sete, si scola anche quello. E così via. Acne di Zanzara ha inventato la macchina del moto perpetuo.

La prima cosa che colpisce del concerto delle Nisennenmondai è proprio la struttura fisica delle tre. La bassista, in particolare, è esile come un origami. Le è andata bene, nessuno degli spettatori della prima fila aveva la tosse, o si sarebbe fracassata contro la parete di fondo. Sono, probabilmente, le tre persone più riservate che abbia mai visto, rasentano quasi l'antipatia (quando si fanno pregare per un bis dopo neanche mezz'ora di concerto), ma è la tradizionale ritrosia della geisha al cospetto della spavalderia del samurai: mutismo e occhi bassi, le mani a ripetere movimenti rituali studiati per anni, che nel loro caso non sono quelli di una millenaria cerimonia del tè, ma quelli della cerimonia del krautrock. Un krautrock prigioniero del gelo dell'incomunicabilità, come quello dei Cluster, o degli Harmonia (sono praticamente identiche a questi ultimi), che parte sempre da un riff di chitarra mandato in loop e cresce con lentezza estenuante fino a una potente rullata liberatoria, orgasmica, che lascia ansimanti. Fanno quattro pezzi (dieci minuti l'uno) e sono tutti così. Secondo me suonano col tassametro, un tot a canzone. Però quanto sono brave, precise, quadrate. Intagliate nel ghiaccio.

Naturalmente, in vendita al banchetto, un cd che nella loro discografia ufficiale non compare, a ribadire l'odierna marginalità della musica registrata. Se lo comprate, d'estate potrete fare a meno dell'aria condizionata. Il camino scoppiettante che troneggia nella saletta del Torchiera scaldava come si deve, ma poi hanno suonato loro.

Nessun commento: