mercoledì 10 dicembre 2008

Concerto indimenticabile (non ho detto bello, ho detto indimenticabile)


Introdotti dai solidi (per qualcuno soliti) Fuckvegas, gli indescrivibili Shit & Shine si presentano sul palco: due batterie contrapposte, bassista con basso a due corde, cappuccio da coniglio e maschera blu, chitarrista-tastierista acconciato come sopra, più un tizio che tiene in mano un coniglietto a batteria e non si capisce cosa faccia (sa cucinare? è l'autista? è un esperto di drinking games? fa dei pompini fantastici?). I due batteristi (uno dimostra cinquant'anni e l'altro venti), in giubbotto ANAS, mostrano propensione al lavoro ripetitivo e alienante: eseguono un esercizio di batteria all'unisono, sempre identico per un'ora e passa. Il concerto degli Shit & Shine è tutto qui, perchè gli altri due si limitano a fare casino (tanto, sverniciante) sopra questo ritmo meccanico e interminabile. Ah, c'è anche il tizio misterioso che ogni tanto accarezza il coniglietto. Forse qualcuno ricorda un momento del serial Duracell (quarta stagione, episodio 7) in cui il coniglietto rosa amico di tutti suona il tamburo e sbaraglia la concorrenza fatta di coniglietti rosa amici di tutti che suonano il tamburo ma sono alimentati da normali pile zinco-carbone. Controllo quindi che i batteristi non abbiano sul dorso uno sportello a proteggere il vano batterie: non ce l'hanno (ehm... evito ispezioni anali), ma al loro posto potrebbe esserci quel robot batterista presentato qualche tempo fa da non so quale azienda giapponese, la sostanza non cambierebbe. E mi chiedo perchè uno decida di fare il musicista quando si divertirebbe di più alla catena di montaggio (con stipendio sicuro).

Come ben sanno produttori, programmisti radiofonici e uffici stampa promotori di musica stupida, basta suonare un brano qualunque fino allo sfinimento e all'ascoltatore medio piacerà. Il metodo che funziona perfettamente con Vasco e Nek viene sadicamente fatto proprio dagli Shit & Shine. Alla lunga il pubblico va via o resta come pietrificato (molti hanno i tappi nelle orecchie). Qualcuno ha l'incoscienza di chiedere il bis. E comunque questa non è roba nuova, Rhys Chatham persegue gli stessi obiettivi degli Smerda & Lucida da almeno trent'anni. E sul primo disco dei Liars (2001) c'è un brano di oltre mezz'ora che sembra un loop, tanto è ripetitivo. Non lo è.

Durante la tormentosa performance degli anglosassoni, si scatena la tormenta di neve. Il chiasso del furgone spargisale diventa musica. Tutto sommato indimenticabile (come lo è assistere a una fucilazione).

Comunicazione di servizio: il blog riapre a cadenza occasionale con contenuti ridotti e di qualità più scadente.

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