venerdì 30 novembre 2007

Can't Get You Out Of My Head

Io sono entrato senza problemi. Ma non valeva la pena. I Soulwax hanno fatto il compitino, un'ora di concerto a tariffa sindacale, raggiungendo l'apice con una cover di Kylie Minogue. Can't Get You Out Of My Head è una canzone eccezionale che supera di gran lunga le pur discrete capacità compositive della band belga. Incastrare i Soulwax in una scaletta rigida con orari ben definiti (è successo, per una volta) è come zavorrarli. Qualche trucchetto becero per far saltare il pubblico meno esigente, ciao Milano, tempo scaduto. Poi me ne sono andato. Trovo patetico come queste multinazionali che organizzano "eventi" tentino ancora di accalappiare la gente con accrocchi come la condivisione multimediale in tempo reale, Second Life, i live media, "la televisione la fai tu scegliendo fra questi tre video" e cazzate del genere. Le "postazioni multimediali" allestite con gran spreco di quattrini e chilometri di cavi sono rimaste desolatamente inutilizzate, il nuovo cellulare che permette di condividere i tuoi contenuti con tutti gli altri utenti non interessa a nessuno. Io ho un telefono che non fa le foto, non visualizza i filmati, non ha il touch screen, non legge gli mp3. Ma fa quello che deve fare un telefono: telefona. Per fare le foto ho la macchina fotografica. Per ascoltare la musica ho il lettore mp3 (e anche uno stereo come quelli di una volta). Non vedo l'utilità di concentrare tutte queste funzioni in un solo apparecchio. Non vedo l'utilità di far vedere immediatamente a tutti i miei amici tutto quello che mi passa per la testa. Anche il fatto di considerare "amici" gente che non hai mai visto in faccia...

Adesso dirò una cosa molto impopolare. Permettere a tutti di avere accesso a tutto sta appiattendo la creatività in maniera molto preoccupante. Il concetto di "comunità" non funziona. La maggioranza prende il sopravvento. Dare alla maggioranza strumenti che permettono di copiare, condividere, fare proprio un contenuto (che sia filmato, brano musicale, scritto o quant'altro) non fa altro che affogare i pochi contenuti veramente validi in un mare di merda, dal quale è sempre più difficile separarli. Ne parlavo ieri sera con un giornalista di Blow Up. Un tempo per seguire l'evoluzione di un genere musicale bastava tenere d'occhio le uscite di cinque o sei etichette interessanti. Oggi c'è una frammentazione che impedisce anche all'appassionato più oltranzista di avere una visione almeno parziale di quel che succede. Ormai ti devi accontentare di quello che le maree della rete fanno arenare nella tua cache. La condivisione uccide la personalità. Tutti sanno = nessuno sa. La maggioranza ha sempre torto. Ascoltare la stessa musica che ascolto io non fa di te automaticamente un mio amico. E' vero il contrario, semmai. Non sei d'accordo? Allora cosa ci fai qui? Torna ad addare sconosciuti sul social network ultimo grido. E non dimenticare di comprare i biglietti per il concerto di Ligabue.

"Rock'n'roll should be like pornography and drug dealing. Illegal." (Black Francis, 1989)

giovedì 29 novembre 2007

Quando i sogni vanno in frantumi


Esiste una regola. Nessun musicista degno di nota è mai emerso grazie a un concorso per "nuovi talenti" o "band emergenti" che dir si voglia. Un attimo di gloria presso parenti, amici, frequentatori dello stesso baretto, poi l'oblio. Gli illusi che si esibiranno stasera come contorno al piatto forte Soulwax/2manydjs sono troppi, non è neanche chiaro quanti e quali siano, inutili figuranti per donare una falsa aura di dinamismo e gioventù al marchio cubitale del vostro prossimo cellulare. Gente che ha imboccato l'autostrada sperando di non mancare lo svincolo per Celebrità. Non ci sono cartelli che lo indichino con precisione, quasi sempre è chiuso per lavori o intasato dai tour bus di Vasco e Ligabue, senza il telepass della raccomandazione spesso non si passa. Sarebbe più facile raggiungere il Paese del Successo con la provinciale, ma è lunga, tortuosa, piena di incroci pericolosi: bisogna saper guidare, insomma, e questi hanno solo il foglio rosa. C'è da sperare che non siano troppo molesti e non facciano slittare ad orari impossibili le performance di quelli che mi interessano. Un plauso ai Soulwax che nel filmato che potete vedere sopra mettono in scena l'acqua calda, quella che l'ipocrisia generalista si rifiuta di ammettere: se non ti droghi a ballare non ci vai (tale affermazione vale anche per il ballo liscio).

Soulwax + 2manydjs + Digitalism + speriamo pochi gruppi emergenti
Caccatraz (Mi)
29 novembre 2007
h. 22:00
qui comprate il biglietto a 10 € (alla porta costa 15)

mercoledì 28 novembre 2007

La serata si svolgerà stasera / 28

Stasera suonerà la fenomenale Carla Bozulich in un posto che mi odia. Dubito possa ripetere il concerto soprannaturale dello scorso anno, quindi mi sa che i miei soldi se ne resteranno al calduccio nel portafoglio. Intanto smascellatevi con cinque nuove bestialità partorite dai miei amici uffici stampa. Non ti è chiaro? Leggi qui!

· Le nappe grezze lavate in capo, drammatiche e intense, raccontano di battaglie e cavalieri [hanno anche registrato un cd di fiabe ndr].

· E poi cosa dobbiamo ricordarvi che l'altra sera ha festeggiato il compleanno anche Bobo Vieri? Con Ronaldo? [mancavano solo Egidio Calloni e Darko Pancev ndr]

· Tanti piccoli plus lo rendono infine veramente speciale: riflettenti di sicurezza per chi si sposta in moto o in bike [io mi sposto in macchina, anche con la car a volte ndr], portacellulare integrato sullo spallaccio, inserti in gomma rinforzante per sostenere carichi abbondanti come libri, agende, lattine… [infatti gli zaini normali sono omologati solo per il trasporto di piume e origami di carta di riso ndr]

· Un fantoccio di carta pesta imbottito di fuochi d'artificio che, indossato da un uomo, ballerà fino all'esplosione dei fuochi [ci sono volontari? ndr] che daranno vita a uno splendido spettacolo pirotecnico.

· Il “vostro trend setter preferito” è tornato a fare danni ma anche a lavorare, ha scovato ancora cose carine da raccontarvi e news da proporre… ma ricordate l’autunno e l’inverno saranno ancora più esplosivi e profiqui dell’estate! [eccolo, il volontario che indosserà il fantoccio imbottito di fuochi d'artificio! ndr]

martedì 27 novembre 2007

Zeer Oude Klanken En Heel Nieuwe Geluiden

In olandese significa Suoni Molto Vecchi E Suoni Completamente Nuovi ed è stato prodotto di un gruppo di bolliti nel lontano 1973. Disco rarissimo: il leader della band, tale Ed van der Meer de Walcheren, distrusse tutte le copie in suo possesso gettandole nel Mare del Nord, frustrato dalle scarse vendite. Ma Acne Di Zanzara ha inviato una task force di palombari al largo delle coste dei Paesi Bassi e ha recuperato per voi una preziosa copia incrostata di cozze. Non si sente benissimo e non è nemmeno un disco straordinario, ma le atmosfere psichedeliche sono quelle giuste. Blues chitarristico e percussioni mediorientali, registrazione casalinga, nessuna pretesa. La "cameretta" esisteva anche 35 anni fa. L'"indie" esisteva anche 35 anni fa. Non si trova nemmeno su Ebay.

SURPRIEZE
ZEER OUDE KLANKEN EN HEEL NIEUWE GELUIDEN
GREY PAST 1973
128kbps

tracklist here
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sabato 24 novembre 2007

Molto bravi questi

I concerti alla Casa 139 cominciano all'ora giusta. Fujiya & Miyagi sono in tre, il loro concetto di eleganza consiste nell'indossare la giacca della tuta sopra la maglietta. Non c'è traccia di ciuffi o frangette. Sono esteticamente anonimi come i gruppi inglesi sono stati per decenni prima che diventassero tutti froci. Il ritorno dell'understatement. Hanno la batteria elettronica e di conseguenza delle ritmiche molto ripetitive: sempre meglio che avere un batterista uomo ma cane. Le influenze musicali del trio sono trasversali, difficilmente individuabili: Wire, Yo La Tengo, Happy Mondays, Prefab Sprout, il funk stradaiolo alla Streets. Lo show è perfetto (non hanno vent'anni e si sente da come suonano), sono divertiti e timidi, quasi impacciati, non si aspettano tutto l'entusiasmo che il pubblico (numeroso) riversa su di loro. Se al secondo bis devono rifare "Ankle Injuries" con la quale avevano aperto il concerto significa che il gradimento è andato al di là delle più rosee previsioni della band. Non mi pento affatto di aver visto questo concerto trascurando John Zorn e le dozzine di altre "figate" che sono capitate tutte insieme ieri sera. Fujiya & Miyagi sono diretti, melodici ma tesi, possono piacere a tutti ma non sono mai banali, non mi stupirei se fra un paio d'anni diventassero famosi per davvero. Quando dico così di solito i gruppi si sciolgono nel giro di quindici giorni.

venerdì 23 novembre 2007

Krautrock for dummies


Gruppo minore, e inglese per giunta, nonostante il nome da Sol Levante. Quel genere di cose che non vado a vedere mai. Ma sono troppo attratto da questo tipo di suono (terza generazione: prima i tedeschi, poi gli Stereolab, poi questi) per lasciarmi sfuggire un concerto dai ritmi regolari e con le tastierone analogiche. Certo che rispetto agli originali e anche rispetto agli Stereolab risultano molto annacquati, ma se facessero vero krautrock, senza strizzare l'occhio al pop, nel 2007 non potrebbero uscire dal loro quartiere di Brighton: purtroppo il mondo va così. Anche il video coi dadi è accattivante, carino, già profilato per le trasmissioni indie, ma guardate piuttosto cosa riescono a fare coi dadi certi malati di mente che hanno davvero tanto tempo da perdere. Nonostante molti probabili difetti ma armato di incrollabile fiducia al concerto ci vado lo stesso.

Fujiya & Miyagi
La Casa 139 (Mi)
23 novembre 2007
h. 22:00
ing. non pervenuto + tessera Arci

giovedì 22 novembre 2007

Terra di nessuno

Novembre a Milano. C'è quella pioggerella che non sembra nemmeno pioggia, pulviscolo acquoso contro il quale l'ombrello non serve a niente perchè arriva da tutte le direzioni e ti infradicia a tradimento. E' forse l'unica condizione climatica che mi fa apprezzare la città, il selciato bagnato riflette le luci, non si vede un cazzo ed è per questo che mi piace, anche con la nebbia non è male ma una nebbia seria non si vede da vent'anni. Insomma percorro più volte avanti e indietro quel lembo di viale Monza indeciso se essere Milano o Sesto S. Giovanni e il "Garage" non si vede. E' un non-luogo, il bordo della cartina del TuttoCittà, il binario 9 e 1/2. In quel tratto ci sono sexy shop, ristoranti cinesi, bar di dubbia reputazione, tutti con le loro abbaglianti insegne al neon, ben visibili anche in condizioni avverse. Wow, sto entrando nella Città del Peccato, pensi arrivando da fuori quando vedi cinque sexy shop uno dietro l'altro, a interrompere catene di serrande sbarrate e scarabocchiate. Invece no, stai entrando nella città delle agenzie immobiliari. E il "Garage" non si vede. Allora penso adesso chiamo Carletto che sa dov'è ma mi accorgo che il cellulare è scarico. L'unica è rivolgersi ai passanti ma alle ventuno e trenta sul vialone c'è solo una guarnigione di meretrici cosmopolite, la gente "normale" è a casa ad ammirare la nazionale campione del mondo che sta bastonando le temibili Isole Fær Øer. I numeri civici non si vedono, devo fermarmi e scendere dalla macchina per rendermi conto che il 280 di viale Ercole Marelli non esiste. I numeri arrivano fino al 250, poi gli urbanisti si sono stufati di contare. Pochi metri e un cartello ammaccato mi annuncia che sto entrando a Milano, i numeri riappaiono ma stavolta decrescono dal 315. E il "Garage" non si vede. Si vede che non ho il navigatore satellitare eh? Ma dubito che funzionerebbe nella Terra di Nessuno.