Ho visto "Grindhouse - A prova di morte". Due volte. Chi volesse andarlo a vedere e non volesse (come me) sapere nulla del film prima di vederlo farebbe meglio a smettere di leggere e recarsi senza indugio nel peggior cinema della sua zona (è un film che andrebbe visto necessariamente in un cinema brutto, stantio di muffa e con le sedie di legno, ma credo non ce ne siano più, sono tutti multisala asettici). La storia non ve la racconto, potrebbe essere un'interpretazione di "Delitto e Castigo" oppure, con un incrocio letterario, il Vaughan di "Crash" contro una collezione di donne che dialogano come nei romanzi di Bret Easton Ellis. Grindhouse è un altro tassello nella cosmogonia tarantiniana, tutti i suoi film sembrano svolgersi nello stesso mondo di fantasia, potrebbero essere gli anni 70 di un universo parallelo in cui esistono cellulari, bancomat e SUV (che nell'inseguimento finale fanno una brutta fine, con tutte le macchine che ci sono sono proprio due SUV a finire speronati dalle maestose muscle car di Kurt Russell e delle ragazze). Prove a questo riguardo ce ne sono parecchie. La suoneria del cellulare di Rosario Dawson è il tema portante di Kill Bill. La stessa Dawson fuma le Red Apple (le stesse sigarette che fuma Bruce Willis in Pulp Fiction). Esiste il Big Kahuna Burger ("dove gli hawaiani fanno gli hamburger"). Kim (Tracie Thorns) da una sua battuta ("Non bestemmiare") lascerebbe intendere di essere la fidanzata di un Jules Wynnfield post-conversione. Il film non dice però se è vegetariana o meno ("La mia ragazza è vegetariana, e questo fa di me praticamente un vegetariano"). Curiosità che ho notato nella seconda visione: ci sono due omaggi a Johnny Cash (il primo nel bar di Warren, dove compare un manifesto con la scritta Cash Only e la celeberrima foto in cui The Man In Black fa il dito, il secondo nel drugstore, dove il commesso appassionato di riviste di moda tiene una sua action figure sul bancone), ma non compare nemmeno una sua canzone nella colonna sonora. Per beccare tutti i riferimenti presenti in un film che è un vero inno alla gioia di stare in una sala buia, bisognerebbe vederlo altre venti volte (devo anche capire che animale è la statuetta sul radiatore della macchina di Kurt Russell). E' il film più rock'n'roll dell'anno. D'ora in poi potrò anche dividere il genere umano in due categorie: chi ha visto "Punto Zero" e chi no. Qui un bel po' di curiosità, qualcuna secondo me è sbagliata.