venerdì 30 novembre 2007

Can't Get You Out Of My Head

Io sono entrato senza problemi. Ma non valeva la pena. I Soulwax hanno fatto il compitino, un'ora di concerto a tariffa sindacale, raggiungendo l'apice con una cover di Kylie Minogue. Can't Get You Out Of My Head è una canzone eccezionale che supera di gran lunga le pur discrete capacità compositive della band belga. Incastrare i Soulwax in una scaletta rigida con orari ben definiti (è successo, per una volta) è come zavorrarli. Qualche trucchetto becero per far saltare il pubblico meno esigente, ciao Milano, tempo scaduto. Poi me ne sono andato. Trovo patetico come queste multinazionali che organizzano "eventi" tentino ancora di accalappiare la gente con accrocchi come la condivisione multimediale in tempo reale, Second Life, i live media, "la televisione la fai tu scegliendo fra questi tre video" e cazzate del genere. Le "postazioni multimediali" allestite con gran spreco di quattrini e chilometri di cavi sono rimaste desolatamente inutilizzate, il nuovo cellulare che permette di condividere i tuoi contenuti con tutti gli altri utenti non interessa a nessuno. Io ho un telefono che non fa le foto, non visualizza i filmati, non ha il touch screen, non legge gli mp3. Ma fa quello che deve fare un telefono: telefona. Per fare le foto ho la macchina fotografica. Per ascoltare la musica ho il lettore mp3 (e anche uno stereo come quelli di una volta). Non vedo l'utilità di concentrare tutte queste funzioni in un solo apparecchio. Non vedo l'utilità di far vedere immediatamente a tutti i miei amici tutto quello che mi passa per la testa. Anche il fatto di considerare "amici" gente che non hai mai visto in faccia...

Adesso dirò una cosa molto impopolare. Permettere a tutti di avere accesso a tutto sta appiattendo la creatività in maniera molto preoccupante. Il concetto di "comunità" non funziona. La maggioranza prende il sopravvento. Dare alla maggioranza strumenti che permettono di copiare, condividere, fare proprio un contenuto (che sia filmato, brano musicale, scritto o quant'altro) non fa altro che affogare i pochi contenuti veramente validi in un mare di merda, dal quale è sempre più difficile separarli. Ne parlavo ieri sera con un giornalista di Blow Up. Un tempo per seguire l'evoluzione di un genere musicale bastava tenere d'occhio le uscite di cinque o sei etichette interessanti. Oggi c'è una frammentazione che impedisce anche all'appassionato più oltranzista di avere una visione almeno parziale di quel che succede. Ormai ti devi accontentare di quello che le maree della rete fanno arenare nella tua cache. La condivisione uccide la personalità. Tutti sanno = nessuno sa. La maggioranza ha sempre torto. Ascoltare la stessa musica che ascolto io non fa di te automaticamente un mio amico. E' vero il contrario, semmai. Non sei d'accordo? Allora cosa ci fai qui? Torna ad addare sconosciuti sul social network ultimo grido. E non dimenticare di comprare i biglietti per il concerto di Ligabue.

"Rock'n'roll should be like pornography and drug dealing. Illegal." (Black Francis, 1989)

giovedì 29 novembre 2007

Quando i sogni vanno in frantumi


Esiste una regola. Nessun musicista degno di nota è mai emerso grazie a un concorso per "nuovi talenti" o "band emergenti" che dir si voglia. Un attimo di gloria presso parenti, amici, frequentatori dello stesso baretto, poi l'oblio. Gli illusi che si esibiranno stasera come contorno al piatto forte Soulwax/2manydjs sono troppi, non è neanche chiaro quanti e quali siano, inutili figuranti per donare una falsa aura di dinamismo e gioventù al marchio cubitale del vostro prossimo cellulare. Gente che ha imboccato l'autostrada sperando di non mancare lo svincolo per Celebrità. Non ci sono cartelli che lo indichino con precisione, quasi sempre è chiuso per lavori o intasato dai tour bus di Vasco e Ligabue, senza il telepass della raccomandazione spesso non si passa. Sarebbe più facile raggiungere il Paese del Successo con la provinciale, ma è lunga, tortuosa, piena di incroci pericolosi: bisogna saper guidare, insomma, e questi hanno solo il foglio rosa. C'è da sperare che non siano troppo molesti e non facciano slittare ad orari impossibili le performance di quelli che mi interessano. Un plauso ai Soulwax che nel filmato che potete vedere sopra mettono in scena l'acqua calda, quella che l'ipocrisia generalista si rifiuta di ammettere: se non ti droghi a ballare non ci vai (tale affermazione vale anche per il ballo liscio).

Soulwax + 2manydjs + Digitalism + speriamo pochi gruppi emergenti
Caccatraz (Mi)
29 novembre 2007
h. 22:00
qui comprate il biglietto a 10 € (alla porta costa 15)

mercoledì 28 novembre 2007

La serata si svolgerà stasera / 28

Stasera suonerà la fenomenale Carla Bozulich in un posto che mi odia. Dubito possa ripetere il concerto soprannaturale dello scorso anno, quindi mi sa che i miei soldi se ne resteranno al calduccio nel portafoglio. Intanto smascellatevi con cinque nuove bestialità partorite dai miei amici uffici stampa. Non ti è chiaro? Leggi qui!

· Le nappe grezze lavate in capo, drammatiche e intense, raccontano di battaglie e cavalieri [hanno anche registrato un cd di fiabe ndr].

· E poi cosa dobbiamo ricordarvi che l'altra sera ha festeggiato il compleanno anche Bobo Vieri? Con Ronaldo? [mancavano solo Egidio Calloni e Darko Pancev ndr]

· Tanti piccoli plus lo rendono infine veramente speciale: riflettenti di sicurezza per chi si sposta in moto o in bike [io mi sposto in macchina, anche con la car a volte ndr], portacellulare integrato sullo spallaccio, inserti in gomma rinforzante per sostenere carichi abbondanti come libri, agende, lattine… [infatti gli zaini normali sono omologati solo per il trasporto di piume e origami di carta di riso ndr]

· Un fantoccio di carta pesta imbottito di fuochi d'artificio che, indossato da un uomo, ballerà fino all'esplosione dei fuochi [ci sono volontari? ndr] che daranno vita a uno splendido spettacolo pirotecnico.

· Il “vostro trend setter preferito” è tornato a fare danni ma anche a lavorare, ha scovato ancora cose carine da raccontarvi e news da proporre… ma ricordate l’autunno e l’inverno saranno ancora più esplosivi e profiqui dell’estate! [eccolo, il volontario che indosserà il fantoccio imbottito di fuochi d'artificio! ndr]

martedì 27 novembre 2007

Zeer Oude Klanken En Heel Nieuwe Geluiden

In olandese significa Suoni Molto Vecchi E Suoni Completamente Nuovi ed è stato prodotto di un gruppo di bolliti nel lontano 1973. Disco rarissimo: il leader della band, tale Ed van der Meer de Walcheren, distrusse tutte le copie in suo possesso gettandole nel Mare del Nord, frustrato dalle scarse vendite. Ma Acne Di Zanzara ha inviato una task force di palombari al largo delle coste dei Paesi Bassi e ha recuperato per voi una preziosa copia incrostata di cozze. Non si sente benissimo e non è nemmeno un disco straordinario, ma le atmosfere psichedeliche sono quelle giuste. Blues chitarristico e percussioni mediorientali, registrazione casalinga, nessuna pretesa. La "cameretta" esisteva anche 35 anni fa. L'"indie" esisteva anche 35 anni fa. Non si trova nemmeno su Ebay.

SURPRIEZE
ZEER OUDE KLANKEN EN HEEL NIEUWE GELUIDEN
GREY PAST 1973
128kbps

tracklist here
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sabato 24 novembre 2007

Molto bravi questi

I concerti alla Casa 139 cominciano all'ora giusta. Fujiya & Miyagi sono in tre, il loro concetto di eleganza consiste nell'indossare la giacca della tuta sopra la maglietta. Non c'è traccia di ciuffi o frangette. Sono esteticamente anonimi come i gruppi inglesi sono stati per decenni prima che diventassero tutti froci. Il ritorno dell'understatement. Hanno la batteria elettronica e di conseguenza delle ritmiche molto ripetitive: sempre meglio che avere un batterista uomo ma cane. Le influenze musicali del trio sono trasversali, difficilmente individuabili: Wire, Yo La Tengo, Happy Mondays, Prefab Sprout, il funk stradaiolo alla Streets. Lo show è perfetto (non hanno vent'anni e si sente da come suonano), sono divertiti e timidi, quasi impacciati, non si aspettano tutto l'entusiasmo che il pubblico (numeroso) riversa su di loro. Se al secondo bis devono rifare "Ankle Injuries" con la quale avevano aperto il concerto significa che il gradimento è andato al di là delle più rosee previsioni della band. Non mi pento affatto di aver visto questo concerto trascurando John Zorn e le dozzine di altre "figate" che sono capitate tutte insieme ieri sera. Fujiya & Miyagi sono diretti, melodici ma tesi, possono piacere a tutti ma non sono mai banali, non mi stupirei se fra un paio d'anni diventassero famosi per davvero. Quando dico così di solito i gruppi si sciolgono nel giro di quindici giorni.

venerdì 23 novembre 2007

Krautrock for dummies


Gruppo minore, e inglese per giunta, nonostante il nome da Sol Levante. Quel genere di cose che non vado a vedere mai. Ma sono troppo attratto da questo tipo di suono (terza generazione: prima i tedeschi, poi gli Stereolab, poi questi) per lasciarmi sfuggire un concerto dai ritmi regolari e con le tastierone analogiche. Certo che rispetto agli originali e anche rispetto agli Stereolab risultano molto annacquati, ma se facessero vero krautrock, senza strizzare l'occhio al pop, nel 2007 non potrebbero uscire dal loro quartiere di Brighton: purtroppo il mondo va così. Anche il video coi dadi è accattivante, carino, già profilato per le trasmissioni indie, ma guardate piuttosto cosa riescono a fare coi dadi certi malati di mente che hanno davvero tanto tempo da perdere. Nonostante molti probabili difetti ma armato di incrollabile fiducia al concerto ci vado lo stesso.

Fujiya & Miyagi
La Casa 139 (Mi)
23 novembre 2007
h. 22:00
ing. non pervenuto + tessera Arci

giovedì 22 novembre 2007

Terra di nessuno

Novembre a Milano. C'è quella pioggerella che non sembra nemmeno pioggia, pulviscolo acquoso contro il quale l'ombrello non serve a niente perchè arriva da tutte le direzioni e ti infradicia a tradimento. E' forse l'unica condizione climatica che mi fa apprezzare la città, il selciato bagnato riflette le luci, non si vede un cazzo ed è per questo che mi piace, anche con la nebbia non è male ma una nebbia seria non si vede da vent'anni. Insomma percorro più volte avanti e indietro quel lembo di viale Monza indeciso se essere Milano o Sesto S. Giovanni e il "Garage" non si vede. E' un non-luogo, il bordo della cartina del TuttoCittà, il binario 9 e 1/2. In quel tratto ci sono sexy shop, ristoranti cinesi, bar di dubbia reputazione, tutti con le loro abbaglianti insegne al neon, ben visibili anche in condizioni avverse. Wow, sto entrando nella Città del Peccato, pensi arrivando da fuori quando vedi cinque sexy shop uno dietro l'altro, a interrompere catene di serrande sbarrate e scarabocchiate. Invece no, stai entrando nella città delle agenzie immobiliari. E il "Garage" non si vede. Allora penso adesso chiamo Carletto che sa dov'è ma mi accorgo che il cellulare è scarico. L'unica è rivolgersi ai passanti ma alle ventuno e trenta sul vialone c'è solo una guarnigione di meretrici cosmopolite, la gente "normale" è a casa ad ammirare la nazionale campione del mondo che sta bastonando le temibili Isole Fær Øer. I numeri civici non si vedono, devo fermarmi e scendere dalla macchina per rendermi conto che il 280 di viale Ercole Marelli non esiste. I numeri arrivano fino al 250, poi gli urbanisti si sono stufati di contare. Pochi metri e un cartello ammaccato mi annuncia che sto entrando a Milano, i numeri riappaiono ma stavolta decrescono dal 315. E il "Garage" non si vede. Si vede che non ho il navigatore satellitare eh? Ma dubito che funzionerebbe nella Terra di Nessuno.

mercoledì 21 novembre 2007

Ci sono seghe e seghe


Folk psichedelico con influenze balcaniche e strumentazione ridotta al minimo, vengono dal New Mexico ma abitano a Budapest, basta il nome del gruppo per comprendere quanto è appezzi© questa gente: Un Falco e una Sega. Rincaro la dose: Jeremy Barnes, il fisarmonicista e cantante, prima stava in una band che si chiamava Hotel del Latte Neutrale. A me questa roba piace parecchio. La cantilena desolante di un barbone che scopre che i posti letto sotto il suo ponte preferito sono già tutti occupati. Un destino al quale condannerei buona parte dei musicisti contemporanei. Ho già visto gli A Hawk And A Hacksaw qualche anno fa, come aggiunta dell'ultim'ora di un piccolo festival, gruppo di supporto di un gruppo di supporto: hanno suonato gomito a gomito con una griglia carica di salamelle, per dire quanto sono rustici e quanto se ne fregano. Questo genere di bevande è senza dubbio la loro principale fonte di ispirazione. Dei veri duri.

A Hawk And A Hacksaw
The Garage (Sesto S. Giovanni)
21 novembre 2007
h. 21:30
ing. 10 € + tessera 5 €

martedì 20 novembre 2007

Scritte & cartelli / 12





















Underground calabrese. Sugli scaffali del supermercato di Bova Marina (RC), accanto al Cynar, all'Amaro del Capo, a bottiglie di limoncello a forma di scarpa e all'Amaro del Carabiniere, ecco l'ambiguo Finocchì. Secondo me l'ambiguità è voluta: nei bar del posto non lo tengono, perchè "non piace, non lo vuole nessuno". Qualche imprenditore rampante potrebbe però farlo diventare un drink alla moda in posti come questo. Finocchì, e sai cosa bevi.

P.S. ho cancellato parte dell'etichetta perchè i produttori di questa delizia (poco alcolica, favorisce il rilassamento rettale) rendono pubblici dati sensibili quali indirizzo, numero di telefono e codice fiscale. Manca solo il numero di scarpe. Meglio non infrangere le leggi sulla privacy. Prima che mi incolpino se qualcuno gli fa gli scherzi telefonici...

lunedì 19 novembre 2007

Come si dice "freak out" in italiano?

La foto dovrebbe rendere l'idea. Vi sembra questo un locale dichiaratamente rock/metal? A me sembra una balera di provincia. E dal vivo è più brutto di così. Notare i vasi con gli eleganti rami secchi e i neon dai colori pastello. Ma parliamo dei concerti. Per imperscrutabili ragioni gli australiani HTRK suonano per primi. Appena attaccano le ragioni vengono alla luce: sono impacciati e legnosi, saranno al quinto concerto della loro carriera. Pesanti influenze dark anni 80 (Siouxsie & The Banshees, i Cure di Pornography) ma per ora pochissimi spunti degni di nota. Poi i Disco Drive che spaccano il culo come al solito. Come i Fugazi ma più quadrati e ballabili. Pestano come dei disgraziati: se la carriera musicale gli buttasse male, non penso avrebbero problemi a lavorare in cantiere, farebbero pure meno fatica. Poi i Liars, deludenti, stanchi, in declino. Le canzoni nuove sono brutte. Il momento in cui ti accorgi che non andrai più a vedere un certo gruppo. Te ne accorgi anche perchè invece di pensare a suonare e basta, il cantante vuole fare il simpatico e interagisce con il pubblico, cosa che non ha mai fatto nelle altre occasioni in cui l'ho visto su un palco. E ad un certo punto rivolge agli astanti la domanda che dà il titolo a questo post. Gelo in sala. La somma di secoli di scuola dell'obbligo, corsi universitari, soggiorni studio all'estero passati a scopare e a drogarsi che non riesce a dare una risposta. Un pazzo dice "ballare" e Angus Andrew lo piglia per vero. La verità è un'altra. Nota lieta: ho recuperato un ottimo dvd. Se ne parla qui, quindi non c'è altro da dire.

domenica 18 novembre 2007

Tedio domenicale / quanta droga consuma


Stasera torno nel localaccio di martedì scorso per assistere ai seguenti concerti.

I Liars sono la band newyorkese più significativa e attiva degli ultimi anni, dotata di uno stile inafferrabile che cambia ad ogni disco, gli unici sulla piazza che potrebbero fregiarsi dell'appellativo di "eredi dei Sonic Youth", i migliori a portare avanti quel cinismo musicale per il quale la Grande Mela si è sempre distinta (la froceria alla Scissor Sisters ha rotto il cazzo anche prima di cominciare).

Gli HTRK (codice fiscale di "Hate Rock") sono australiani. Le band australiane sono di due tipi, o ignorantissime o dark - wave - noise. Questi abitano a Berlino e rientrano quindi nella seconda categoria. Qui un loro video.

I Disco Drive sono di Torino e fanno post punk di derivazione Dischord. Qualche atmosfera da indieoti ma per fortuna non troppe. Una bella orgia ritmica e un bravo chitarrista li caratterizzano come una tra le migliori live band della penisola. Qui un loro video.

Per essere domenica sera è grasso che cola.

Liars + HTRK + Disco Drive
Musicdrome (Mi)
18 novembre 2007
h. 21:00
ing. 15 €

sabato 17 novembre 2007

Siamo nel 1995

Nella foto: degli adulti si baloccano col Lego. Telecamera fissa a filmare, probabilmente diventerà uno stacchetto di Qoob per spezzare il nulla col vuoto. Niente a che vedere con chi col Lego riesce per davvero a fare cose interessanti. A parte questo esperimento che dimostra ancora una volta la superiorità del gibbone sull'homo sapiens, l'evento culturale-musicale-multimediale di ieri sera presso Assab One (remixiamo, quindi siamo ggiovani) era talmente avanti da sembrare un rave illegale del 1995 (ma con le liste per entrare e i buttafuori). Rimbombante e sfigato. I Pan Sonic e Keiji Haino hanno deliberatamente lancinato le orecchie dei presenti, aiutati in questo da un impianto vergognoso: ma gli homini sapiens si sono guardati bene dall'andarsene, per non rischiare la figura degli ignoranti. In realtà non era niente di imperdibile. C'era anche chi li spernacchiava, e c'erano anche dei ridicoli imitatori degli Amari dei quali preferisco non sapere il nome. Ma non posso parlare troppo male di questo evento, la presenza dell'open bar lo impedisce. Un posto con l'open bar raggiunge automaticamente la sufficienza. La situazione ha completamente mancato l'obiettivo prefissato: doveva essere la presentazione di un libro inutile, sfido a trovare qualcuno che se ne sia accorto. Un evento organizzato da incapaci presuntuosi e ingenui.

Situazione completamente diversa invece giovedì sera: i Bachi Da Pietra hanno suonato, e bene, per una cinquantina di persone. Notturni, blues e sofferenti, forse gli manca ancora il colpo del ko, ma è gente che fa le cose con cura.

giovedì 15 novembre 2007

Fra masochismo e suicidio commerciale


Questo è un video dei Pan Sonic, si chiama "Telakoe"

E questo è Keiji Haino dal vivo ad un festival che si chiama "No Fun", a Brooklyn (chi non ne avesse abbastanza può trovare ulteriori testimonianze filmate qui e qui). Adesso schiacciate play in contemporanea sui due video e avrete un'idea di quello che può succedere stasera. Gli inventori del minimalismo elettronico finlandese e uno dei terroristi del rumore più ricercati del mondo pare faranno un disco assieme: per ora ecco il tour. Questo appuntamento però presenta dei punti oscuri.

1) Si svolge in una specie di galleria d'arte che con la solita creatività alla milanese prende il nome da indirizzo e numero civico, e fin qui tutto normale: sia i Pan Sonic che Keiji Haino sono in giro da abbastanza tempo perchè i geni dell'arte contemporanea siano consapevoli della loro esistenza e li considerino fighi, cool, avanti, up to date.

2) Ma insieme al massacro auricolare sono previsti anche due concerti (o dj set? Forse sono addirittura tre) che sarebbe come accostare i bastardi nippofinnici a, che ne so, Laura Pausini e Renato Zero. Indie della mutua. Perchè dietro questo evento si nasconde la cosa più rivoluzionaria che la tv italiana abbia mai concepito: Qoob. Quella sottomarca di Mtv che va solo sul digitale terrestre e forse qualche minorenne guarda nell'intervallo delle partite (sempre che non ci sia South Park). Quando era in chiaro passava solo cinque video scelti fra il peggio della musica inglese, e non credo che si siano tenuti il meglio da parte per farlo vedere a un'audience potenziale mille volte inferiore a quella della tv in chiaro, quindi farà cagare per forza (l'etica professionale mi obbliga a dichiarare questo fatto come probabile, di sicuro non compro il digitale terrestre per guardare Qoob). Comunque, questa è la loro festa. Una festa di righe oblique, frangette, xkè, limoni, ti lovvo, legna e tutti quei simpatici termini che compongono il linguaggio dei giovani ("forse la peggiore generazione del nuovo millennio"). Come reagiranno questi giovani al cospetto del noise estremo? In mezzo a loro potrebbe celarsi un'emula di Amanda Knox. Speriamo, che sia carina uguale soprattutto.

3) Se guardate bene anche Keiji Haino ha la frangetta. E uno dei suoi amici finlandesi una volta ha pisciato sul palco. Secondo me sono degli imbucati, non possono averli invitati davvero.

4) Dimenticavo, è anche la festa della casa editrice ISBN, altro nome molto creativo, quasi come una casa discografica chiamata CD. Questi sono bravi però. La scusa per la festa è la presentazione di questo libro/dvd, capace di rispondere a domande che assillano l'umanità da centinaia di migliaia di anni: Perché band come Chemical Brothers e Daft Punk usano strumenti di trent'anni fa?, e poi (occhio che questa è bella) Cosa ci aspetta in futuro? La morte, che domande.

5) Dimenticavo n.2, si entra solo con l'invito perchè siamo a Milano, siamo fighi e i metallari non possono entrare. Non illudetevi, SONO GIA' DENTRO.

Pan Sonic & Keiji Haino
+ 2 o 3 altri pirla
Assab One (Mi)
16 novembre 2007
h. 22:00
ing. con invito

Bachi


Questa sera suona anche Josè Gonzàlez (buon cantautore svedese a dispetto del nome) al Garage di Sesto S. Giovanni ma per amicizia vado a vedere i Bachi Da Pietra. Duo italiano che non fa indie-pop ma blues deviato e sofferente: quindi nessuno li caga. Qui c'è una notevole galleria di bachi e altre creature dallo spazio con tante zampe.

Bachi Da Pietra
Circolo Magnolia (Mi)
15 novembre 2007
h. 23:00
ing. libero c/tessera ARCI

mercoledì 14 novembre 2007

Green Machine


Ogni tanto ai concerti succede che il brusio indistinto della gente che chiacchiera cessi di colpo. E' successo ieri sera: venti persone che finiscono di dire quello che avevano da dire nello stesso momento. Seguono quei due-tre secondi di quasi silenzio in cui anche una parola detta a mezza voce la sentono tutti. Al concerto degli Hermano è successo mentre si aspettavano i bis. Le voci tonanti dei metallari cessano come per incantesimo. In quell'attimo uno sconosciuto dice, pacatamente, "Motorhead". Gli Hermano tornano sul palco. Attaccano Green Machine dei Kyuss. La voce di Garcia dal vivo è quella di chi nei film sta all'altro capo del telefono. Si esce ignoranti e contenti. Il locale è davvero brutto come me l'avevano descritto. Uno scenografo di Miami Vice senza budget non avrebbe saputo fare di peggio. Ma chi se ne frega dei neon da gelateria quando sul palco ci sono gli Hermano.

martedì 13 novembre 2007

Fratello


Dopo una settimana di febbre cerebrale eccomi a presentare l'evento che segna il termine ufficiale della mia convalescenza. Per festeggiare la fine di un caso rarissimo (il Fuco non si ammala mai) viene a Milano John Garcia. Con quello che probabilmente è il suo gruppo meno significativo: gli Hermano non sono certo i Kyuss o gli Unida, ma con questi purtroppo ha già dato il dabile. Curiosità: la venuta a Milano dei Kyuss, primi anni 90, in un locale che adesso è un bingo, è stata segnata da un'altra rarissima malattia del Fuco. Quella volta stavo troppo male per partecipare, e infatti mi persi un concerto definito "epocale" anche dallo spettatore più tiepido. Dopo aver distrutto un microfono, il Garcia ebbe una sorta di crisi nervosa e si rifiutò di cantare. Gli altri Kyuss fecero un concerto strumentale (e nonostante questo...). Quando qualche anno dopo gli Unida si presentarono sul palco di un altro locale che adesso non è più, il Garcia si fece adeguatamente perdonare, al punto da farmi dire "se un alieno mi chiedesse cos'è il rock ecc ecc". Penso agli Hermano, gruppo minore che non riempirà nemmeno un locale che adesso si chiama Musicdrome e mi descrivono con un "era difficile peggiorare il Transilvania - ci sono riusciti", e, scherzi della mente umana, mi vengono in mente i disgustosi Fratellis. Ma solo per pigliarli per il culo (indieot readers: "hermano" vuol dire "fratello" in spagnolo - "fratellis" in inglese invece non vuol dire un cazzo - e forse ve li siete già dimenticati). In apertura un gruppo orobico che spero segua le orme rock'n'roll dei concittadini visti in concerto domenica pomeriggio.

Hermano + El Thule
Musicdrome (Mi)
13 novembre 2007
h. 21:00
ing. 15 €

martedì 6 novembre 2007

La serata si svolgerà stasera / 27

Ancora, ancora e ancora. Nuove idiozie escogitate dagli uffici stampa! Non ti è chiaro? Leggi qui!

· Durante la serata un’anchorman “cupido” armato di arco e frecce [Bruno Vespa vestito da Cupido - questo ha mangiato pesante, poi si lamenta degli incubi ndr] ti presenterà il/la probabile fiamma della tua vita [ciao, sono il fiamma della tua vita ndr]. In più la Maga Dell’Amore ti porterà alla scoperta di nuove affinità elettive.

· il Glam (Glamour) priveè, cuore del ***, come un ring per sole trenta persone [si menano? ndr] nella sala centrale, spazio con bar champagnery [ed ecco un altro bellissimo neologismo! ndr].

· Il contenuto di tali immagini costituisce "pornografia illegale" in quanto fa mostra di "escrementi umani" [la stessa cosa che sto mostrando io adesso, no? ndr].

· Ecco la newsletter per ripresentarmi a voi orgoglioso di essermi ripreso dopo le vacanze tra le baleari, Parigi, Londra e Zurigo… [Milano - noto trendsetter ammazzato a bastonate da cinquanta metalmeccanici ndr]

· Si avvicina la settimana delle moda femminile a Milano con il suo stuolo di modelline ucraine moldave bielorusse lettoni e tettoni ungheresi polacche e soprattutto cecoslo(vacche) [nella sua apologia della violenza carnale con battute da asilo costui si è dimenticato delle bergafemmine ndr].

lunedì 5 novembre 2007

I concerti del weekend

Cominciamo dalla fine. Sabato sera trasferta a Torino. I Konono N.1 vanno ben al di là di quel che mi aspettavo. Sono in sei: tre likembè amplificati (di diverse tonalità: è come se avessero un basso, una chitarra col fuzz e uno steel drum caraibico), un percussionista con due tam tam, un altro percussionista con un rullante e una clamorosa big black mama che balla a piedi nudi, suona i legnetti e i campanacci (more cowbell! more cowbell!). Ci si agita per due ore su ritmi intricati, ricchissimi, che i sei congolesi snocciolano con invidiabile scioltezza mentre ridono e scherzano. La cosa che si nota immediatamente è la padronanza, la sicurezza che questi musicisti possiedono, mentre qui (in Europa, nel "primo mondo") siamo abituati a vedere gente che quando va bene riesce a star dietro al più banale dei quattro quarti (inciampando, magari). Piccolo problema: invece dei fan della Warp o dei Talking Heads, che al cospetto dei Konono sarebbero morti di orgasmo, il concerto dei negri ha attirato a) un certo numero di negri, e ci sta b) una quantità di pasionarie cattocomuniste, che non capiscono un cazzo di musica e sono lì perchè suona un gruppo del terzo mondo. Come se i Konono avessero bisogno dell'elemosina: mica sono i Radiohead. Avrei preferito un battaglione di pasticcomani minorenni, che almeno alzano le mani, gridano e capiscono quando qualcuno li trascina in un vortice senza ritorno.

Venerdì sera invece ignoranza con i Gorilla. Trio basso/ chitarra/batteria, hard rock come da copione con cantante/chitarrista identico a Ronnie Wood esperto nell'arte dell'assolo in ginocchio e bassista figa bionda capelli lunghi con basso Rickenbacker bianco da figa che a differenza delle comuni bassiste fighe bionde sa suonare almeno un po'. Nonostante la rottura di una corda e l'uso di un basso di riserva per un paio di canzoni (sempre Rickenbacker, rosso questa volta, ma che suonava di merda) mi avessero fatto temere che fosse lei l'esperta di assoli in ginocchio. Invece. I Gorilla non sono certo un gruppo di prima grandezza, ma esperto e dignitoso (e approfittando della birra a poco prezzo del Cox potevano pure sembrare i Motörhead).

sabato 3 novembre 2007

Direttamente dal mercato di Kinshasa


Ecco i Konono N.1. Essendo pigro e taccagno difficilmente un concerto riesce a stanarmi. Fuori regione, addirittura. I Konono N.1 sono quel concerto. Ecco cosa ne ho scritto per Zero:

Quando si pensa alla musica elettrica di sicuro non si pensa all'Africa. Si pensa a luoghi ad alto tasso di tecnologia, dove basta attaccare alla chitarra una scatoletta con la scritta “American Metal” ed eccoti trasformato in Eddie Van Halen. Vezzi da primo mondo. Mai penserei di trovare musica elettrificata, distorta, effettata in mezzo al mercato di Kinshasa, Congo. Avete presente il likembè? Qualunque bancarella afro li vende. È quella scatoletta, di legno o metallo, cassa di risonanza per un numero variabile di lamine metalliche che si suonano in punta di dita. L'oggetto etnico che maneggi per cinque minuti (tanto a suonarlo non impari mai) e poi diventa curioso soprammobile. Il suono del likembè è quasi inudibile. La cassa di risonanza non serve granchè. Al mercato di Kinshasa c'è un gran casino. E i favolosi Konono N.1 vogliono farsi sentire. Di necessità virtù: i likembè li amplificano, con i mezzi primitivi che hanno a disposizione (la batteria della macchina?), e diventano tempesta elettrica (non ci sono arrivati oggi, lo fanno dal 1979). Hanno tam tam, fischietti, il ronzio basso di vetusti diffusori a tromba, pezzi di latta come percussioni, ballerine, microfoni intagliati nel legno. Il ricercatore musicale Vincent Kenis (Crammed Discs) li insegue per vent'anni. Alla fine li trova, li registra, li pubblica. Il pubblico dei rave belgi e olandesi impazzisce. Esperti di musica africana dicono che la musica tradizionale congolese si basa, di solito, su ritmi caraibici, quindi importati. Loro no, sono la giungla, l'evoluzione parallela in un habitat isolato. Resta da capire come funzioneranno qui, nella gabbia tecnologica rappresentata dal mixing desk digitale, dal fonico terrorizzato dai picchi fuori scala. Spero che i leoni fuggano dallo zoo. Konono, spaccate tutto.

Konono N.1 + Africus
Hiroshima Mon Amour (To)
3 novembre 2007
h. 22:00
ing. 13 €

venerdì 2 novembre 2007

Gorilla nella nebbia



Il glorioso palco di Cox 18 ricomincia, dopo qualche anno di letargo, a proporre concerti ignoranti e di un certo interesse. Questi Gorilla sono inglesi, tra i pochissimi non froci rimasti. Nella classifica dei gruppi più difficili da scaricare si installano agevolmente nella top 100. Per i fedeli del culto della chitarra distorta sarà come andare a messa: sono sempre le solite quattro stronzate, ma chi ci crede ci va lo stesso. La nebbia del titolo non è esattamente la stessa che avvolge la foresta pluviale del Congo. Quella, domani.

Gorilla + Underdogs
Cox 18 (Mi)
2 novembre 2007
h. 23:00
ing. a sottoscrizione

giovedì 1 novembre 2007

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Di questi tempi vanno molto dei gruppi di merda che incrociano il country con l'emo e i ciuffi: Bright Eyes, Okkervil River... ominicchi che Johnny Cash userebbe come bersagli mobili per la sua doppietta Winchester. I Black Heart Procession invece sono sì emotivi, country e romantici (mettono la parola "cuore" in sette titoli su undici) ma non si crogiolano nel piagnisteo, anzi, fanno calare sul vostro ascolto una cappa plumbea, la caligine della disperazione. Questo è il loro primo album, non il migliore ma il più difficile da trovare. Un ottimo ascolto per il giorno dei morti, e visto che siamo in tema ecco una bellissima galleria di foto di fantasmi non confutate e ritenute inspiegabili.

THE BLACK HEART PROCESSION
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HEADHUNTER HED-080 (1998)
320 kbps

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