mercoledì 14 novembre 2007

Green Machine


Ogni tanto ai concerti succede che il brusio indistinto della gente che chiacchiera cessi di colpo. E' successo ieri sera: venti persone che finiscono di dire quello che avevano da dire nello stesso momento. Seguono quei due-tre secondi di quasi silenzio in cui anche una parola detta a mezza voce la sentono tutti. Al concerto degli Hermano è successo mentre si aspettavano i bis. Le voci tonanti dei metallari cessano come per incantesimo. In quell'attimo uno sconosciuto dice, pacatamente, "Motorhead". Gli Hermano tornano sul palco. Attaccano Green Machine dei Kyuss. La voce di Garcia dal vivo è quella di chi nei film sta all'altro capo del telefono. Si esce ignoranti e contenti. Il locale è davvero brutto come me l'avevano descritto. Uno scenografo di Miami Vice senza budget non avrebbe saputo fare di peggio. Ma chi se ne frega dei neon da gelateria quando sul palco ci sono gli Hermano.

martedì 13 novembre 2007

Fratello


Dopo una settimana di febbre cerebrale eccomi a presentare l'evento che segna il termine ufficiale della mia convalescenza. Per festeggiare la fine di un caso rarissimo (il Fuco non si ammala mai) viene a Milano John Garcia. Con quello che probabilmente è il suo gruppo meno significativo: gli Hermano non sono certo i Kyuss o gli Unida, ma con questi purtroppo ha già dato il dabile. Curiosità: la venuta a Milano dei Kyuss, primi anni 90, in un locale che adesso è un bingo, è stata segnata da un'altra rarissima malattia del Fuco. Quella volta stavo troppo male per partecipare, e infatti mi persi un concerto definito "epocale" anche dallo spettatore più tiepido. Dopo aver distrutto un microfono, il Garcia ebbe una sorta di crisi nervosa e si rifiutò di cantare. Gli altri Kyuss fecero un concerto strumentale (e nonostante questo...). Quando qualche anno dopo gli Unida si presentarono sul palco di un altro locale che adesso non è più, il Garcia si fece adeguatamente perdonare, al punto da farmi dire "se un alieno mi chiedesse cos'è il rock ecc ecc". Penso agli Hermano, gruppo minore che non riempirà nemmeno un locale che adesso si chiama Musicdrome e mi descrivono con un "era difficile peggiorare il Transilvania - ci sono riusciti", e, scherzi della mente umana, mi vengono in mente i disgustosi Fratellis. Ma solo per pigliarli per il culo (indieot readers: "hermano" vuol dire "fratello" in spagnolo - "fratellis" in inglese invece non vuol dire un cazzo - e forse ve li siete già dimenticati). In apertura un gruppo orobico che spero segua le orme rock'n'roll dei concittadini visti in concerto domenica pomeriggio.

Hermano + El Thule
Musicdrome (Mi)
13 novembre 2007
h. 21:00
ing. 15 €

martedì 6 novembre 2007

La serata si svolgerà stasera / 27

Ancora, ancora e ancora. Nuove idiozie escogitate dagli uffici stampa! Non ti è chiaro? Leggi qui!

· Durante la serata un’anchorman “cupido” armato di arco e frecce [Bruno Vespa vestito da Cupido - questo ha mangiato pesante, poi si lamenta degli incubi ndr] ti presenterà il/la probabile fiamma della tua vita [ciao, sono il fiamma della tua vita ndr]. In più la Maga Dell’Amore ti porterà alla scoperta di nuove affinità elettive.

· il Glam (Glamour) priveè, cuore del ***, come un ring per sole trenta persone [si menano? ndr] nella sala centrale, spazio con bar champagnery [ed ecco un altro bellissimo neologismo! ndr].

· Il contenuto di tali immagini costituisce "pornografia illegale" in quanto fa mostra di "escrementi umani" [la stessa cosa che sto mostrando io adesso, no? ndr].

· Ecco la newsletter per ripresentarmi a voi orgoglioso di essermi ripreso dopo le vacanze tra le baleari, Parigi, Londra e Zurigo… [Milano - noto trendsetter ammazzato a bastonate da cinquanta metalmeccanici ndr]

· Si avvicina la settimana delle moda femminile a Milano con il suo stuolo di modelline ucraine moldave bielorusse lettoni e tettoni ungheresi polacche e soprattutto cecoslo(vacche) [nella sua apologia della violenza carnale con battute da asilo costui si è dimenticato delle bergafemmine ndr].

lunedì 5 novembre 2007

I concerti del weekend

Cominciamo dalla fine. Sabato sera trasferta a Torino. I Konono N.1 vanno ben al di là di quel che mi aspettavo. Sono in sei: tre likembè amplificati (di diverse tonalità: è come se avessero un basso, una chitarra col fuzz e uno steel drum caraibico), un percussionista con due tam tam, un altro percussionista con un rullante e una clamorosa big black mama che balla a piedi nudi, suona i legnetti e i campanacci (more cowbell! more cowbell!). Ci si agita per due ore su ritmi intricati, ricchissimi, che i sei congolesi snocciolano con invidiabile scioltezza mentre ridono e scherzano. La cosa che si nota immediatamente è la padronanza, la sicurezza che questi musicisti possiedono, mentre qui (in Europa, nel "primo mondo") siamo abituati a vedere gente che quando va bene riesce a star dietro al più banale dei quattro quarti (inciampando, magari). Piccolo problema: invece dei fan della Warp o dei Talking Heads, che al cospetto dei Konono sarebbero morti di orgasmo, il concerto dei negri ha attirato a) un certo numero di negri, e ci sta b) una quantità di pasionarie cattocomuniste, che non capiscono un cazzo di musica e sono lì perchè suona un gruppo del terzo mondo. Come se i Konono avessero bisogno dell'elemosina: mica sono i Radiohead. Avrei preferito un battaglione di pasticcomani minorenni, che almeno alzano le mani, gridano e capiscono quando qualcuno li trascina in un vortice senza ritorno.

Venerdì sera invece ignoranza con i Gorilla. Trio basso/ chitarra/batteria, hard rock come da copione con cantante/chitarrista identico a Ronnie Wood esperto nell'arte dell'assolo in ginocchio e bassista figa bionda capelli lunghi con basso Rickenbacker bianco da figa che a differenza delle comuni bassiste fighe bionde sa suonare almeno un po'. Nonostante la rottura di una corda e l'uso di un basso di riserva per un paio di canzoni (sempre Rickenbacker, rosso questa volta, ma che suonava di merda) mi avessero fatto temere che fosse lei l'esperta di assoli in ginocchio. Invece. I Gorilla non sono certo un gruppo di prima grandezza, ma esperto e dignitoso (e approfittando della birra a poco prezzo del Cox potevano pure sembrare i Motörhead).

sabato 3 novembre 2007

Direttamente dal mercato di Kinshasa


Ecco i Konono N.1. Essendo pigro e taccagno difficilmente un concerto riesce a stanarmi. Fuori regione, addirittura. I Konono N.1 sono quel concerto. Ecco cosa ne ho scritto per Zero:

Quando si pensa alla musica elettrica di sicuro non si pensa all'Africa. Si pensa a luoghi ad alto tasso di tecnologia, dove basta attaccare alla chitarra una scatoletta con la scritta “American Metal” ed eccoti trasformato in Eddie Van Halen. Vezzi da primo mondo. Mai penserei di trovare musica elettrificata, distorta, effettata in mezzo al mercato di Kinshasa, Congo. Avete presente il likembè? Qualunque bancarella afro li vende. È quella scatoletta, di legno o metallo, cassa di risonanza per un numero variabile di lamine metalliche che si suonano in punta di dita. L'oggetto etnico che maneggi per cinque minuti (tanto a suonarlo non impari mai) e poi diventa curioso soprammobile. Il suono del likembè è quasi inudibile. La cassa di risonanza non serve granchè. Al mercato di Kinshasa c'è un gran casino. E i favolosi Konono N.1 vogliono farsi sentire. Di necessità virtù: i likembè li amplificano, con i mezzi primitivi che hanno a disposizione (la batteria della macchina?), e diventano tempesta elettrica (non ci sono arrivati oggi, lo fanno dal 1979). Hanno tam tam, fischietti, il ronzio basso di vetusti diffusori a tromba, pezzi di latta come percussioni, ballerine, microfoni intagliati nel legno. Il ricercatore musicale Vincent Kenis (Crammed Discs) li insegue per vent'anni. Alla fine li trova, li registra, li pubblica. Il pubblico dei rave belgi e olandesi impazzisce. Esperti di musica africana dicono che la musica tradizionale congolese si basa, di solito, su ritmi caraibici, quindi importati. Loro no, sono la giungla, l'evoluzione parallela in un habitat isolato. Resta da capire come funzioneranno qui, nella gabbia tecnologica rappresentata dal mixing desk digitale, dal fonico terrorizzato dai picchi fuori scala. Spero che i leoni fuggano dallo zoo. Konono, spaccate tutto.

Konono N.1 + Africus
Hiroshima Mon Amour (To)
3 novembre 2007
h. 22:00
ing. 13 €

venerdì 2 novembre 2007

Gorilla nella nebbia



Il glorioso palco di Cox 18 ricomincia, dopo qualche anno di letargo, a proporre concerti ignoranti e di un certo interesse. Questi Gorilla sono inglesi, tra i pochissimi non froci rimasti. Nella classifica dei gruppi più difficili da scaricare si installano agevolmente nella top 100. Per i fedeli del culto della chitarra distorta sarà come andare a messa: sono sempre le solite quattro stronzate, ma chi ci crede ci va lo stesso. La nebbia del titolo non è esattamente la stessa che avvolge la foresta pluviale del Congo. Quella, domani.

Gorilla + Underdogs
Cox 18 (Mi)
2 novembre 2007
h. 23:00
ing. a sottoscrizione

giovedì 1 novembre 2007

1

Di questi tempi vanno molto dei gruppi di merda che incrociano il country con l'emo e i ciuffi: Bright Eyes, Okkervil River... ominicchi che Johnny Cash userebbe come bersagli mobili per la sua doppietta Winchester. I Black Heart Procession invece sono sì emotivi, country e romantici (mettono la parola "cuore" in sette titoli su undici) ma non si crogiolano nel piagnisteo, anzi, fanno calare sul vostro ascolto una cappa plumbea, la caligine della disperazione. Questo è il loro primo album, non il migliore ma il più difficile da trovare. Un ottimo ascolto per il giorno dei morti, e visto che siamo in tema ecco una bellissima galleria di foto di fantasmi non confutate e ritenute inspiegabili.

THE BLACK HEART PROCESSION
1
HEADHUNTER HED-080 (1998)
320 kbps

tracklist here
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