Quando mai ho deciso di presentarmi al concerto di ieri sera (Leoncavallo - Japanther + Vortex Rex - ricordate?). Una vergogna. La cornetta del telefono che ho fotografato e che i Japanther usano crudelmente come microfono mi ha confidato in segreto: "ho fatto credere a mia madre di essere implicata in un giro di intercettazioni vip - ti prego salvami". Dice che se sua madre sapesse la verità, cioè che due impediti la usano per sputacchiarci dentro, finirebbe diseredata. I Japanther probabilmente sono stati cacciati dagli Stati Uniti col foglio di via, non c'è altro motivo per trovarli in Europa. Non sarebbero mai dovuti uscire dal loro quartiere, ma che dico, dal loro garage. Un concertino di venti minuti: la sagra dell'errore, della canzone lasciata a metà (è successo almeno quattro volte). Facessero musica difficile da suonare poi. In confronto i Ramones fanno speed metal sinfonico. Da quanto dedotto dai video che si trovano in giro e da myspace sembravano almeno violenti. Manco quello. E metà del loro impatto sonoro è dato da un walkman con una cassetta con le basi incise sopra. Hanno pure sbagliato a farla partire. E fanno una fatica immane ad andare a tempo con la registrazione. Mi devo scusare pubblicamente con i Lightning Bolt per aver citato il loro nome a sproposito. Facendo un rapido calcolo: massimo una quarantina di paganti, tre euro l'ingresso fanno centoventi euro. Diciamo che venti euro se li sono tenuti gli organizzatori, avanzano cento euro da dividere tra due gruppi. Se i Japanther imparassero l'adagio degli zingari (da titolo) e andassero a far finta di suonare in metropolitana, alzerebbero più grana suscitando pietà. Pure con qualche spesa viva in più (dovrebbero pagare un biglietto per la batteria, che di sicuro rientra nella casistica dei "colli a mano particolarmente ingombranti"). I Japanther sono un gruppo degno della Quaresima. Coraggio, che fra neanche un mese lo inchiodano. Vendetta. Meglio consolarsi con il rock infantile.
La patetica esibizione dei due è stata la proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso, prima c'erano tre sfigatissimi austriaci da sopportare. I Vortex Rex almeno cercano di sopperire alla pochezza tecnica e compositiva con la strumentazione strana. Chitarra, moog (d'epoca, ingombrante da portare in giro, che non sanno suonare e che comunque usano per due canzoni su dieci - perchè?), un'altra tastierina scrausa, vibrafono e due tamburi (col batterista che va fuori tempo a fare tupatupatupa...). Sembrano vagamente gli Half Japanese. Dopo la lobotomia però. Certo che entrambi i gruppi hanno davvero un bel coraggio.
Ma la devo smettere di prendere per il culo la gente meno fortunata, non sta bene. Sto per uscire dalla cantina del Leoncavallo quando sento una voce che mi chiama.
"Ehi, ma tu non sei Barnaba?".
"No, non sono Barnaba [in dio non credo ma penso di dover ringraziare qualcuno ndr]".
"Eh no perchè voglio parlare con qualcuno che sia andato a vedere i Polysics perchè io non sono potuto andare e volevo sapere come sono stati".
"Non sono andato a vedere i Polysics [e a quanto ne so, nemmeno Barnaba ndr]".
"Ti è piaciuto il concerto di stasera?".
"No [minchia, zero su tre al tiro, una percentuale di tutto rispetto ndr]".
"Ma dai, non erano male, e poi è lunedì sera, cosa pretendi".
Eh già, perchè il lunedì sera si giustifica tutto. Anzi, adesso mi è venuta fame, mentre torno a casa mi fermo dal mio kebabbaro di fiducia e mi prendo una vaschetta di falafel, però siccome è lunedì sera, invece di farmi mettere la salsa piccante gli chiedo gentilmente se può spalmarli di merda. Il kebabbaro stava guardando il festival di Sanremo. Anche per lui ieri era lunedì sera. Però "adeso prendo satelite, così vedo Premier Lig".